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La prima gravidanza a 40 anni e lo shock di scoprirsi in ''età materna avanzata''

di Carlotta Scozzari, giornalista di Business Insider Italia e autrice di “Manuale di sopravvivenza di una mamma diversamente giovane” 

da www.d.repubblica.it/life/2020/06/23/news/mamme_over_gravidanza_40_anni_racconti_storie_manuale_di_sopravvivenza_di_una_mamma_diversamente_giovane

@Riproduzione Riservata del 23 giugno 2020

Carlotta ha visto nascere "tardi" il suo desiderio di maternità, ma non per questo avrebbe mai pensato di doversi adattare a un'etichetta messa addosso alle donne in dolce attesa già dopo i 35 anni. Dalle sue riflessioni è nato un manualetto sulla maternità in età "diversamente giovane" e questo testo, scritto per noi in esclusiva.-

Una premessa: sono del tutto consapevole di essere diventata madre in età non più giovanissima (non mi piace dire "da vecchia" e dopo tutto non credo che a 39 anni si sia vecchi, nemmeno per fare figli). Soltanto che con la maternità ho adottato l'approccio del "meglio tardi che mai": meglio essere genitore per la prima volta a 39 anni e nell'anno dei 40 che non esserlo affatto. Certo, occorre probabilmente stabilire un limite perché forse sarebbe folle fare figli, mettiamo, a 60 anni al motto di "beh, meglio tardi che mai". A ogni modo, so perfettamente di essere diventata madre un po' in ritardo sui tempi canonici. Potrei raccontare, negli anni prima del grande passo, di essere stata particolarmente impegnata, di essermi dedicata alla carriera, a "sistemarmi", a girare il mondo, a comprendere l'essere umano; ma sarebbe una bugia. È solo che per buona parte della mia vita credo di avere pensato di non volere figli.

Poi, dopo i 35 anni l'epifania: ho cominciato a provare un piccolo desiderio di maternità. Era qualcosa di quasi impercettibile, a cui inizialmente non ho voluto dare peso più di tanto. Ma è stato come quei piccoli buchi che a volte si formano nelle magliette di cotone logorate dall'uso e dai lavaggi. Sono fessure minuscole ma quando si indossa quel capo le dita vanno sempre a infilarsi lì dentro quasi senza volerlo, e quei piccoli buchi si allargano sempre più. Si è così aperta una voragine nella mia mente e nel mio cuore: io volevo, io dovevo essere madre, a ogni costo. Non pensavo quasi ad altro. Per fortuna, avevo e ho tuttora al mio fianco un uomo, tra l’altro ben più grande di me tanto per aggiungere anni agli anni, che ha saputo capirmi e condividere il mio desiderio.

Ma sono stata fortunata anche perché, a parte qualche incidente di percorso su cui preferisco sorvolare, nel giro di un anno da quando il desiderio si è avvicinato all'ossessione sono rimasta incinta. E da lì è partito un viaggio meraviglioso, una specie di volo ad alta quota con un paesaggio colorato e bellissimo da guardare dal finestrino e i pensieri tutti rivolti all’atterraggio. Ma la traversata non è stata del tutto esente da turbolenze, provocate non tanto dalla mia età non più giovanissima (fisicamente, nausee e digestione a parte, nei nove mesi sono stata abbastanza bene) quanto piuttosto dalla percezione - diciamo così - che ne avevano gli altri.

Tra gli shock più grandi della gravidanza, da cui in parte devo ancora riprendermi, c’è stato quello della cartella clinica dell'ospedale su cui fin dal primo istante è stato scritto a caratteri cubitali, caso mai qualcuno potesse non notarlo: "età materna avanzata", concetto leggermente più delicato rispetto a quello della "primipara attempata" tanto in voga anni fa e che pure viene ancora usato parecchio con chi fa il primo figlio dopo i 35 anni.
Ecco, chiedo un po' di delicatezza e tatto in più con le neo mamme intorno ai 40 anni e dagli “anta” in su. Del resto, la consapevolezza di non essere più giovanissime con tutte le paure e le ansie del caso già le abbiamo. Dopo tutto, si dovrebbero usare rispetto ed educazione con chi ha una certa età.

Il libro

Il libro

Due bimbe di cinque o sei anni giocano sotto un arco per ripararsi dalla pioggia. Le madri sono a pochi passi da loro. Nella strategia di avvicinamento di una bimba all’altra, una chiede riferita alla donna lì vicino: «È la tua mamma o la tua nonna?». Da questo episodio, che riempie di angoscia una neo-mamma sull’orlo degli “anta” e forse anche di una crisi di nervi, prende vita una riflessione schietta e profonda, condita di storie, aneddoti e ironia, sulla maternità in età non più giovanissima (non vecchia, sia chiaro) e sulle difficoltà apparentemente insormontabili di accudire un neonato nei primi mesi di vita, se non si ha la minima idea di come farlo. "Manuale di sopravvivenza di una mamma diversamente giovane" è il racconto diverso di una storia ricorrente, quella della maternità, ma soprattutto un modo per esorcizzare le paure e giungere alla conclusione che diventare mamme è sempre tremendamente faticoso, a tutte le età. Ma sempre tremendamente bello. Edizioni GoWare

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