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Modena. Una Quaresima di preghiera per fermare gli aborti

di Chiara Pazzaglia
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 13 marzo 2025

Torna “40 giorni per la vita” con il presidio quotidiano nei pressi dell’Ospedale di Modena animato pacificamente da persone che sostano pregando. Annunciate iniziative ostili in polemica.-

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Volontari di "40 giorni per la vita" a Modena

Quaranta giorni di preghiera, dodici ore al giorno, per impetrare la fine degli aborti e sensibilizzare la comunità, con veglie pacifiche davanti agli ospedali in cui le IVG si praticano. È questo lo scopo della manifestazione “40 giorni per la vita”, nata circa 20 anni fa negli Usa e oggi diffusa in migliaia di città, tra cui Modena, dove anche quest’anno si ripete in concomitanza con la Quaresima.
Una preghiera per fermare l’aborto, ma non contro chi pratica l’aborto: al contrario, un segnale per far sentire meno sole le donne che si sentono costrette a una scelta, per abbandono, solitudine, paura. «Siamo molto contenti di aver dato avvio a un'iniziativa di preghiera pacifica, capace di interpellare le coscienze e di diffondersi in altre città del Paese», commenta Maria Sole Martucci, portavoce modenese della campagna, che a livello nazionale registra quest’anno l'adesione di due nuove città italiane: Perugia e Sanremo.

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Una preghiera definita però «violenta» da alcuni detrattori: il movimento “pro choice” ha infatti prenotato gli spazi antistanti il Policlinico di Modena nello stesso periodo. Questo ha comportato solo uno spostamento di pochi metri per chi prega. Anche il sindaco della città, Massimo Mezzetti, ha criticato l’iniziativa, definendo le veglie di preghiera come manifestazioni che «si configurano come una forma di pressione fino a sconfinare in una forma di violenza nel momento in cui avvengono in un luogo molto sensibile come quello di un’area ospedaliera».

Ma, come hanno replicato i manifestanti, «si prega in prossimità di questi edifici per essere un ultimo segno di speranza per le gestanti alle prese con una gravidanza difficile e per favorire in modo più immediato il risveglio della coscienza dei cittadini su quello che avviene a poca distanza». Nessuna violenza, quindi, nella preghiera, anzi, un’espressione di vicinanza che, spesso, ha addirittura fatto in modo che diverse donne si sentissero accolte fino a cambiare idea riguardo all’intenzione di abortire.

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