NELLE TEMPESTE DELLA VITA, DONACI FEDE IN TE
Monsignor Nunzio Galantino commenta il Rito romano
XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - 13 Agosto 2017.-
«Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». Mt 14,22-33
Anche questa domenica, la Parola di Dio – attraverso le esperienze di Elia (I lettura) e di Pietro (Vangelo) – ci propone una metafora della vita di fede e del nostro rapporto con il Signore.
Elia, desideroso di incontrare Dio, si aspetta che Egli si manifesti in modo eclatante, con fenomeni naturali impetuosi e impressionanti (secondo le tipiche immagini religiose del tempo). Ma non sarà così.
Dio lo sorprende, rivelandosi con un’esperienza molto più “intima” e “pacifica”, una brezza leggera, quasi impercettibile.
Soltanto chi fa esercizio di silenzio e di preghiera può percepire la ricchezza del “vento leggero” della presenza del Signore, che non ha bisogno né di chiasso né di realtà vistose per farsi incontrare. Piuttosto, di cuori liberi e pronti a essere abitati da Lui.
CAMMINIAMO CON DIO. Dunque, solo quando Elia prende le distanze da schemi comuni e pressati incontra davvero il Signore. Un invito anche per noi ad avere il coraggio di percorrere strade “nuove” – ma al tempo stesso “antiche”, perché già presenti nella Sacra Scrittura e già percorse dai santi – per fare autentica esperienza di Dio e camminare con Lui!
Anche il brano evangelico, dopo aver accennato inizialmente all’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci, cambia decisamente scenario e, assumendo toni quasi drammatici, ci racconta una profonda esperienza di relazione con Gesù vissuta dagli apostoli.
Nel ricco simbolismo di questa pagina, la barca è la vita di ognuno di noi, ma è anche la vita della Chiesa; il vento e la tempesta, invece, rispecchiano bene l’imprevedibilità e l’imponderabilità delle difficoltà che attraversano la vita nostra e di tutta la Chiesa.
LA FEDE MESSA ALLA PROVA. L’invocazione di Pietro: «Signore, fa’ che io venga da te!», seguita dalla sua drammatica richiesta: «Signore, salvami!», assomigliano tanto al desiderio presente in noi di sentire forte la vicinanza del Signore, ma anche al grido angosciato che tante volte accompagna i momenti più duri della nostra vita di uomini e di credenti.
Un riferimento, dunque, alle tante occasioni in cui la nostra fede in Gesù viene messa alla prova dai passaggi della vita stessa.
Anche la Chiesa, come comunità, desiderosa di sperimentare la vicinanza del suo Maestro, spesso è costretta dalle sue fragilità interne e dalle difficoltà esterne a gridare: “Salvami, Signore!”. E il Signore ascolta questo grido, ma ci chiede di saper scoprire la sua presenza in tutto ciò che abita le nostre giornate e la nostra storia.
È necessario, però, che impariamo a metterci in serio ascolto delle risposte che Egli ci dona, risposte che non sempre sono quelle a cui siamo abituati o che ci aspettiamo.
Si tratta anche per noi, come per Pietro, di non distogliere lo sguardo da Gesù e camminare decisi incontro a Lui, scoprendo con gioia che la sua grazia ci impedisce di “affondare” tra le “onde” della vita.
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 13 agosto 2017