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PADRE ANTONIO SPADARO: LA FRATELLANZA DA MONTINI A BERGOGLIO

di Alberto Chiara 
da www.famigliacristiana.it
@Riproduzione Riservata del 28 settembre 2020

Sabato 3 ottobre, ad Assisi, papa Francesco firma la "Fratelli tutti". Per approfondire i risvolti filosofici, teologici e storici di uno dei pilastri del documento pontificio, il senso di fraternità, la Civiltà Cattolica pubblica gratis online "Fratellanza", un volume della collana monografica digitale «Accènti». Pubblichiamo una sintesi dell'introduzione del direttore della prestigiosa rivista dei Gesuiti padre Antonio Spadaro.-


Ha scelto di firmarla sulla tomba di san Francesco, sabato 3 ottobre. Jorge Mario Bergoglio va ad Assisi per varare ufficialmente la sua terza enciclica, la Fratelli tutti, dopo la Lumen fidei (29 giugno 2013) e la Laudato si' (24 maggio 2015)  Tra i pilastri annunciati: la fraternità . E il recente «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune».firmato il 4 febbraio 2019, ad Abiu Dhabi, da papa Francesco e dal Grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb. In una sorta di studiato cammino di avvicinamento, la prestigiosa rivista dei Gesuiti italiani  Civiltà Cattolica rilancia il volume Fratellanza della collana monografica digitale «Accènti»: uno strumento per la comprensione più approfondita e personale di ciò che è accaduto nella Penisola arabica oltre un anno e mezzo fa, dei testo firmato allora, e della fratellanza come percorso concreto e potente «sfida all’apocalisse»; non una fratellanza come aspirazione astratta e consolatoria, ma come fattivo e praticabile criterio di convivenza, e quindi urgente criterio politico.
La prefazione del libro è firmata dal cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente delPontificio consiglio per il Dialogo interreligioso e presidente dell'Alto Comitato per la Fratellanza umana», composto da leader religiosi, studiosi dell’educazione e figure del campo della cultura che si ispirano al Documento e si dedicano a condividere il suo messaggio di comprensione reciproca e di pace. I contributi del volume sono suddivisi in 5 sezioni. Nella prima il tema viene presentato dal punto di vista biblico. La seconda sezione raccoglie le cronache di tre «viaggi della fratellanza» compiuti da papa Francesco a cavallo della firma del Documento di Abu Dhabi. Nella terza sezione sono raccolti alcuni saggi capaci di offrire interpretazioni e sviluppi di quel testo da più punti di vista. La quarta sezione, oltre al testo del Documento di Abu Dhabi, offre poi anche altri documenti a esso strettamente legati. Seguono testimonianze e risonanze al testo da parte ebraica, islamica, buddhista, induista e sikh. Si intende proporre la prospettiva di una più ampia apertura a oriente del Documento.
Nell'introduzione, il direttore di Civiltà Cattolicapadre Antonio Spadaro, ragiona di "fratellanza" abbracciando l'ultimo mezzo secolo, da Paolo VI a papa Francesco. «"Oggi la fratellanza s’impone"», esordisce. «È il 22 dicembre 1964. Nel radiomessaggio di San Paolo VI si avverte tutta l’attesa non solo per il Santo Natale imminente, ma anche per un anno – il 1965 – che in effetti mostrerà a livello globale tutti risvolti della tensione tra il desiderio di pace e di fratellanza mondiale e la tirannia della logica della guerra e delle contrapposizioni ideologiche. Sarà l’anno, tra le altre cose, dell’escalation della guerra in Vietnam, ma anche della conclusione del Concilio Vaticano II, condotto in porto con grande perseveranza proprio dal Santo Padre. Il quale Pontefice diceva anche in quel messaggio che gli ostacoli che si contrappongono alla fratellanza umana sono il risorgente nazionalismo, il razzismo, il militarismo, il classismo e lo spirito di partito e di fazione, "che oppone ideologie, metodi, interessi, organizzazioni nell’intero tessuto stesso delle varie comunità"».
«Sono passati più di 50 anni», prosegue padre Spadaro, «eppure queste espressioni e le preoccupazioni che incarnano non appaiano affatto anacronistiche. Poi il Papa prova a rispondere a una domanda collettiva, senza tempo: "La religione è motivo di divisione fra gli uomini?". E Paolo VI risponde: "Oh, sì", se risulta – si sta riferendo "specialmente" alla religione cattolica – "così dogmatica, così esigente, così qualificante"da impedire "una facile conversazione e una spontanea intesa fra la gente". La tensione per la fratellanza umana e il richiamo a un ruolo positivo delle religioni è una costante nel magistero di san Paolo VI, tanto che la ritroviamo anche nel Messaggio per Giornata della Pace del gennaio 1971. Oggi quella stessa tensione e quel medesimo richiamo risuonano, in altri termini e tempi, nel magistero di papa Francesco. Non si evoca la fratellanza come un’aspirazione astratta e consolatoria, se non addirittura minacciosa per l’identità e la dottrina cristiana – come alcuni tendono a dipingerla – ma come fattivo e praticabile criterio di convivenza, e quindi criterio politico in senso alto, che sgorga dalla storia e dalla consapevolezza comune dei medesimi pericoli all’orizzonte; un valore che si misura sulla quotidianità dell’incontro, delle mense condivise, delle strade e piazze abitate insieme, dei figli ai quali regalare un futuro, e non sulle idee e sulle logiche di potere. Tutto questo è stato sancito il 4 febbraio 2019 nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi dal Grande imam di al-Azhar, al-Tayyeb, e da papa Francesco. Il testo rappresenta un passo molto importante e irrituale nel dialogo tra cristiani e musulmani, e simbolicamente, tra tutte le religioni. Di fronte a un’umanità ferita e divisa, i due leader religiosi firmatari mostrano che non è un’utopia promuovere la cultura dell’incontro e il rispetto reciproco al fine di sbarrare la strada a quanti soffiano sul fuoco dello scontro di civiltà... In quell’occasione il Pontefice spiegò che "il punto di partenza è riconoscere che Dio è all’origine dell’unica famiglia umana…. Essa ci dice che tutti abbiamo uguale dignità e che nessuno può essere padrone o schiavo degli altri...."».
«Nella stessa circostanza», osserva infine padre Spadaro, «il 4 febbraio 2019 il Grande imam al-Tayyeb rivolgendosi al "fratello e amico caro, Santo Padre Papa Francesco" mostrava con un’immagine della quotidianità, che possiamo tutti comprendere, il fondamento di questo dialogo fraterno possibile: "Il Documento di Fratellanza che celebriamo – disse al-Tayyeb nel suo discorso – è un documento che è nato intorno a un tavolo, un tavolo al quale sono stato ospite del mio fratello e amico Francesco, a casa sua, quando uno dei giovani presenti ha lanciato questa idea"».

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