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Il Papa: «Conoscere i rifugiati per dissipare le paure e i pregiudizi»

Nel giorno del Corpus Domini Francesco ha spiegato: «L’incontro personale con queste persone che hanno storie di dolore e speranza è un fattore di crescita in umanità». Martedì il pellegrinaggio a Barbiana e Bozzolo, per rendere omaggio a don Mazzolari.-

Ne abbiamo timore, contro di loro abbiamo pregiudizi e preconcetti, ci chiudiamo nel nostro benessere isolandoli e emarginandoli. Invece «l’incontro personale con i rifugiati dissipa paure e ideologie distorte, e diventa fattore di crescita in umanità, capace di fare spazio a sentimenti di apertura e alla costruzione di ponti». Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus in piazza San Pietro per la festività del Corpus Domini, tornando sul tema a lui molto caro dell’accoglienza, specialmente nei giorni in cui si discute sulla concessione dello «ius soli» ai figli degli stranieri nati in Italia.

<<Le comunità siano aperte ed accoglienti>>

«L’attenzione concreta - ha detto Francesco - va a donne, uomini, bambini in fuga da conflitti, violenze e persecuzioni. Ricordiamo anche nella preghiera quanti di loro hanno perso la vita in mare o in estenuanti viaggi via terra. Le loro storie di dolore e di speranza possono diventare opportunità di incontro fraterno e di vera conoscenza reciproca». E ha aggiunto: «Nell’Eucaristia Gesù offre sé stesso come forza spirituale per aiutarci a mettere in pratica il suo comandamento: amarci come Lui ci ha amato, per costruire comunità accoglienti e aperte alle necessità di tutti, specialmente delle persone più fragili, povere e bisognose».

Il pellegrinaggio a Barbiana e Bozzolo

Francesco, che nel pomeriggio celebrerà la Messa del Corpus Domini sul sagrato di san Giovanni per poi dirigersi con la tradizionale processione dei fedeli verso Santa Maria Maggiore, ha poi annunciato il pellegrinaggio di martedì a Barbiana e Bozzolo «per rendere omaggio a don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani, i due sacerdoti che oggi ci offrono un messaggio di cui abbiamo tanto bisogno. Anche in questo caso ringrazio quanti, specialmente sacerdoti, mi accompagneranno con la loro preghiera». Poi ha ricordato la tragedia del Portogallo: «Esprimo la mia vicinanza al popolo portoghese per l’incendio devastante che sta causando vittime. Preghiamo per loro», invitando la folla a farlo con lui in silenzio. Infine ha salutato: «la qualificata rappresentanza della Repubblica Centrafricana e delle Nazioni Unite, che in questi giorni si trova a Roma per un incontro promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Porto nel cuore la visita che ho fatto nel novembre 2015 in quel Paese e auspico che, con l’aiuto di Dio e la buona volontà di tutti, sia pienamente rilanciato e rafforzato il processo di pace, condizione necessaria per lo sviluppo».

da www.corrieredellasera.it

@Riproduzione Riservata del 18 giugno  2017

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