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Papilloma virus. Vaccini, bufera sulla puntata di Report

Il ministro Lorenzin: tesi prive di fondamento. Autorità sanitarie e politica in rivolta. Viale Mazzini: "Noi con la scienza" .-
E' bufera sulla puntata di Report andata in onda la sera di Pasquetta su Raitre e che ha dedicato un’inchiesta di oltre venti minuti al vaccino contro il Papilloma virus. Sostenendo almeno due argomenti a dir poco esplosivi dal punto di vista mediatico: primo, che i (molti, secondo la trasmissione) risultati avversi al vaccino siano trascurati, quando non addirittura insabbiati da medici e autorità sanitarie; secondo, che chi dovrebbe controllare sulla sicurezza dei vaccini – e di quello sul’Hpv nello specifico – sia di fatto manovrato dagli interessi delle aziende farmaceutiche, in alcuni casi addirittura colluso. Durissima la replica del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: «Diffondere paura propugnando tesi prive di fondamento e antiscientifiche è un atto di grave disinformazione» ha commentato, parlando di «un vaccino sicuro e di grande efficacia, a differenza di quanto è stato fatto affermare sulla tv pubblica, senza alcun contraddittorio». Per il ministro Report avrebbe dato spazio a teorie prive di base scientifica «instillando timore nei confronti di una pratica in grado di salvare migliaia di donne da un cancro aggressivo e spesso mortale».
A rincarare la dose il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, secondo cui nella puntata di Report «è stata fatta cattiva informazione, per non dire peggio. Non si sono enfatizzati i danni della malattia, ovvero dei tumori causati dal virus hpv – ha sottolineato Ricciardi – che ogni anno coinvolgono migliaia di donne e causano tra le mille e le 2mila morti, col vaccino invece evitabili». Motivi che hanno spinto le autorità sanitarie a garantirlo gratuitamente a tutte le ragazze dodicenni e, con il nuovo Piano vaccinale, estenderlo anche ai maschi adolescenti (che di hpv sono portatori sani). Per Roberto Burioni, ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, da sempre schierato nella battaglia contro gli antivaccinisti, la trasmissione ha abusato «in maniera perversa della libertà di opinione. È come gridare 'c’è una bomba' in uno stadio affollato per vedere la gente che fuggendo calpesta i bambini».
Diversa, invece, la posizione del farmacologo Silvio Garattini, direttore del-l’Istituto Mario Negri, tra le voci interpellate durante l’inchiesta di Report: «I vaccini sono importanti ed efficaci assai più degli altri farmaci: serve però una farmacovigilanza attiva, non limitata all’attività spontanea di segnalazione, bisogna andare a cercare le eventuali reazioni avverse, con studi dedicati. E questo oggi non avviene». Netto il giudizio della politica, che si schiera sulle posizioni della comunità scientifica e chiede alla Rai di rimediare. In serata la nota ufficiale di viale Mazzini, con la presa di distanza da Report («La Rai è da sempre a supporto delle campagne vaccinali») e l’annuncio di una verifica, nei prossimi giorni, su come l’inchiesta sia stata confezionata. Il nuovo curatore e conduttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci, intanto si difende: «Non abbiamo mai detto che i vaccini non servono».
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 19 aprile 2017

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