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I PRIMI DODICI MESI DI VITA-TAPPE DI CRESCITA: OTTAVO MESE

di Alessia Altavilla
La paura dell'estraneo
Può succedere che anche i bambini più socievoli, quelli che non hanno mai avuto problemi a stare in braccio con tutti, dopo gli 8 mesi piangano e strillino se affidati a una persona estranea. Si tratta di una reazione assolutamente naturale e necessaria che testimonia del valore della relazione mamma-figlio, del rapporto simbiotico che si è instaurato tra i due nel corso dei primi mesi. La paura dell’altro, quindi, in questo caso specifico e a quest’età, è indispensabile, segnale di un processo di crescita e di presa di coscienza dell’altro e di sé naturale e giusto.
Le prime scarpine
Fino al momento del gattonamento, le scarpe sono del tutto inutile per il neonato. Puoi, quindi, optare per semplici "babbucce" che tengano caldo il piede senza stringerlo. In seguito, quando il bimbo comincia a camminare a 4 zampe, devi, invece, pensare a una scarpa più strutturata che non costringa il piede e che lasci al bambino la libertà di muoversi. Per le prime vere camminate, invece, opta per scarpe dal plantare morbido, in pelle o materiale traspirante pensate per consentire la massima flessione del piede. Cambia la scarpa ogni 3/4 mesi. Evita di usare scarpe usate. Fai in modo che il numero che scegli sia effettivamente corrispondente alla lunghezza del piedino di tuo figlio.
Giochi euristici
Intorno all'8° mese, puoi proporre al tuo bambino un gioco euristico in grado di stimolare le sue percezioni sensoriali: prendi una grossa cesta e riempila di oggetti che il bambino posso toccare e mettere in bocca senza pericolo. Non dovranno essere giocattoli, ma oggetti della vita quotidiana di forma e materiali diversi (un'arancia, un mazzo di chiavi, una scatoletta in metallo, una pallina di gomma...). 
Quindi, metti il cesto davanti al tuo bimbo e senza guidarlo nei movimenti, lascia che esplori il cesto a piacimento, toccando e mettendo in bocca ciò che vuole. 
Ogni volta che gli proponi questo gioco, aggiungi un oggetto nuovo.
L'oggetto transizionale
L'oggetto transizionale è un oggetto con caratteristiche tattili-pressorie (un pupazzo, un pezzetto di stoffa, una coperta, una bambola…) che il bambino percepisce come altro da sé (quindi, non completamente sottoposto al suo diretto controllo, ma non totalmente indipendente come il resto del mondo (=la madre).
In altre parole, l’oggetto transizionale funge da ponte tra due stadi emotivi: lo stadio di onnipotenza soggettiva dei primi mesi e lo studio della realtà oggettiva condivisa. 
L'oggetto transizionale,  è fondamentale nella crescita emotiva del neonato in quanto lo aiuta a superare le sue paure e costituisce una difesa contro l'ansia dell'abbandono.
da www.bambinopoli.it
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