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Pro orantibus. Oggi è la Giornata per la clausura: la voce di chi si dona pregando

di Donatella Coalova
Una «profezia» che unisce terra e cielo. La vocazione di suor Brigida, 31 anni, arrivata a Napoli dall'Indonesia: «Sono felice di essere tutta di Dio».-
Era il 1953 quando papa Pio XII volle la Giornata pro orantibus. È la giornata dedicata alle comunità di clausura sparse in tutto il mondo, un’occasione per sostenere quanti hanno abbracciato la vita contemplativa e hanno fatto della preghiera la propria missione. L’appuntamento si celebra oggi, memoria liturgica della Presentazione di Maria al Tempio, perché nell’offerta radicale della Vergine al Signore si riconosce pienamente l’ideale della vita consacrata.
«Sono felice di essere tutta di Dio», esclama radiosa suor Brigida della Sacra Famiglia, 31 anni, che da poco ha fatto la professione perpetua nel monastero delle Passioniste di Napoli. «Con il cuore colmo di gioia – racconta –, elevo il mio inno di ringraziamento alla Santissima Trinità, che mi ha dato questo dono meraviglioso della vocazione. Il Signore mi ha amata per primo e mi ha chiamata a vivere più intimamente con Lui nella vita di preghiera e di contemplazione del suo amore immenso per il mondo e per gli uomini. Sono felice di seguire passo dopo passo Gesù, mio maestro e mio sposo. Sono cosciente della mia debolezza, ma confido nella fortezza della sua misericordia. Credo che la sua misericordia è più grande dei miei peccati e che Lui mi ha scelta non per la mia bravura ma solo per la sua misericordia».
Suor Brigida è un fiore trapiantato in Italia dall’Indonesia, sua terra natia. Studentessa brillante, durante gli anni del liceo conosce la comunità passionista di Maumere, nell’isola di Flores. A vent’anni entra in monastero. I genitori avrebbero preferito l’ingresso in una congregazione di suore di vita attiva, per avere maggiori possibilità di continuare a frequentare la loro unica figlia, ma lei sente con forza il fascino del carisma passionista e sceglie la clausura. Dopo un periodo passato nel monastero indonesiano, suor Brigida accetta di venire in Italia. Mentre vive la sua consacrazione nel convento di Napoli, esplodono i sintomi di una grave patologia renale, ma questo non spegne il sorriso della giovane religiosa che affronta con coraggio una lunga degenza all’ospedale Cardarelli, assistita dalle consorelle e dall’équipe medica. La malattia ha i suoi alti e bassi, ma il giorno della professione perpetua è senza nubi.
«Sì, mi sono accorta che il mio cammino è lungo – commenta suor Brigida – ma sono certa che il Signore è con me tutti i giorni della mia vita. Mi incantano le parole della Scrittura, tratte dal libro del profeta Isaia: “Tu sei preziosa ai miei occhi e io ti amo”. Il Signore non mi lascerà mai, perché sono preziosa ai suoi occhi, e mi ama veramente. Mi ama con amore misericordioso. E alla sua misericordia affido tutta la mia esistenza. Desidero essere come un parafulmine per il mondo tramite l’orazione continua e voglio ricambiare con tutto il cuore l’amore ardente di Gesù Crocifisso. Nella preghiera ricordo i miei genitori e i parenti che sono lontani, in Indonesia, e che mi hanno donata alla congregazione; prego per tutta la mia famiglia passionista, con tanta gratitudine per il bene e la luce che mi ha dato per farmi crescere nella virtù e nell’amore di Dio e del prossimo; prego per tutti coloro che mi sono stati vicini durante il mio ricovero all’ospedale, per il mio padrino e la mia madrina italiani che mi hanno aiutata e mi hanno accolta come una figlia. In particolare ricordo al Signore le giovani che si sentono chiamate alla vita religiosa. A ciascuna di loro vorrei dire: non temere di darti al Signore, non perdere tempo con gli indugi, perché nulla è più dolce dell’amore di Gesù».
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 21 novembre 2017

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