Progetto Tor Bell’Infanzia
da www.apurimac.it
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Tor Bella Monaca è il prototipo delle periferie romane: furti, spaccio, insicurezza, immigrazione, retate, arresti sono all’ordine del giorno. Gli indicatori sociali sono a livelli di emergenza: Tor Bella Monaca ha più di quarantamila abitanti e il più alto tasso di bambini sotto i tre anni. Quello che i più non sanno è che esiste anche l’altro lato della medaglia. Fatto di associazioni, reti, parrocchie, Onlus, cooperative sociali, Organizzazioni non Governative che, a seconda delle proprie capacità cercano di soddisfare i bisogni sociali, primari, emergenziali delle persone che vivono questa periferia.
Apurimac Onlus abita questo lato della medaglia. Si sente parte integrante di un sistema integrato di servizi alla persona che, in sinergia con il servizio sociale pubblico, mette al centro dei propri interessi la cura e il benessere dei bambini. Lo fa grazie al progetto Tor Bell’ Infanzia finanziato da Con i Bambini per la lotta alla povertà educativa.
L’approccio, il punto di partenza è originale e per nulla banale: non parte dal bambino, cercando di dare soddisfazione ai suoi bisogni in maniera diretta, ma parte dall’intero sistema che lo circonda, la comunità educante, affinché questa sia in grado di dare soddisfazione alle sue necessità in maniera continuativa e duratura nel tempo.
Tor Bell’ Infanzia propone un polo socio educativo multi-servizio, ad integrazione dei servizi pubblici, a favore delle famiglie di fasce particolarmente vulnerabili e fornisce servizi flessibili, di qualità per la cura e il sano sviluppo dei bambini, per il supporto alla genitorialità attraverso strumenti per la conciliazione famiglia-lavoro e il potenziamento delle reti informali. All'interno della Parrocchia Santa Rita di Tor Bella Monaca, Spazio Infanzia diurno per bambini dai 3 ai 6 anni e Spazio Infanzia serale costituiscono i capisaldi del coinvolgimento della comunità educante nella soddisfazione dei bisogni primari del bambino. Un posto dove vivere la propria socialità, dove stare in mezzo agli altri bambini, crescere in serenità e immaginare il proprio futuro è un valore aggiunto per lo sviluppo della persona e della personalità dei bimbi di questa fascia d’età.
Non tutti i bambini possono essere ammessi alle scuole dell’infanzia pubbliche o private. Il più delle volte i criteri di selezione escludono i più vulnerabili i più bisognosi, quelli meno evidenti. I bisogni rimangono nascosti e le fasce più deboli si nascondono del mondo del sommerso, finiscono a patteggiare un’esistenza poco dignitosa con la parte sbagliata della medaglia. Si immergono nell'illegalità e difficilmente ne escono. A oggi lo spazio infanzia diurno accoglie 14 bambini 3-6 anni di 11 provenienze differenti, quello serale conta una trentina di iscritti. È un bacino di utenza enorme, se si pensa anche a chi gode indirettamente dei benefici di questi servizi. Ma non ci si ferma qui. I bisogni dei bambini devono essere soddisfatti con il coinvolgimento dell’intera comunità educante. Per questo motivo si realizzano anche incontri di orientamento educativo e sociale per i genitori, al fine di comprendere meglio la realtà territoriale e capire bene come muoversi alla ricerca di un lavoro.
E poi c’è la Comunità Solidale e Partecipata, uno strumento di connessione di reti informali per riattivare il tessuto sociale ed economico del territorio. Banca del tempo e delle competenze, bottega di scambio, gruppi di acquisto solidale, baby sitting solidale sono le basi su cui si fonda la creazione di un’economia parallela e integrata a quella monetaria, che attribuisce valore con una moneta non formale per l’acquisizione di beni e servizi scambiati sulla base della reciprocità. Per non dimenticare gli incontri nutrizionali per i genitori che aiutano a garantire una sana e corretta alimentazione ai bambini nonché a creare un’occasione per mettersi in rete, creare contatti, frequentazioni e amicizie.
Tor Bell’Infanzia è un esperimento in un laboratorio sociale a cielo aperto. È un sistema inclusivo che vuole allargare gli effetti positivi a più categorie di persone: giovani (non solo la fascia 3-6 anni), adulti (non solo genitori, ma anche famiglie “allargate”), educatori, operatori del sociale, assistenti sociali, parroci, studenti, lavoratori, uomini e donne. Tutti. Direttamente o indirettamente coinvolti nel contrasto alla povertà educativa minorile.