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QUEL BIMBO PRECOCE CHE PRETENDE SUBITO LO SMARTPHONE

di Aurora Mastroleo

È importante mettere dei limiti temporali. Le attività digitali possono comportare un affaticamento del piccolo e generare una maggior difficoltà nelle occupazioni più riflessive. Attenzione poi a certi rischi...-

Buongiorno,
il mio ultimogenito Giovanni, che ha da poco compiuto 6 anni, qualche giorno fa, ci ha chiesto se ora che è “grande” e inizia le elementari può avere un cellulare tutto suo come i due fratelli maggiori. Questi ultimi (di 15 e 13 anni) hanno iniziato a domandare lo smartphone alle medie, Giovanni invece lo vorrebbe subito. In effetti lo saprebbe usare con attenzione e capacità, ma ha solo sei anni! La passione per i video su YouTube e i giochi on line è stata favorita dai fratelli e l’abbiamo permesso perché Giovanni si divertiva ed era l’unico tipo di gioco che i nostri figli riuscivano a condividere. Ci pareva una cosa “innocua” e utile per il futuro di Giovanni… ma ora ci sembra tutto troppo. Possibile che i suoi unici interessi per l’ingresso nella scuola elementare siano avere un cellulare e sapere se c’è il Wi-Fi?
Rosaria

Le tecnologie digitali, in particolare tablet e smartphone, pervadono sempre più la vita delle famiglie contemporanee, soprattutto di bambini e ragazzi. Sono specialmente i piccolini che – come Giovanni – nonostante la loro giovane età sviluppano precocemente una dimestichezza con la Rete Internet e vi ricorrono all’interno dei diversi ambiti della loro vita: innanzitutto il gioco, l’area elettiva dell’infanzia, ma anche le relazioni sociali e il rapporto con la conoscenza e il sapere. Inoltre le nuove generazioni sono oramai abituate a incontrare schermi e dispositivi elettronici tra le mani di genitori e fratelli: dunque, facilmente questi strumenti rientrano nella rappresentazione che i piccoli recepiscono e conservano del “mondo dei grandi” e delle loro figure d’amore privilegiate. Si può quindi parlare (come ci scrive questa mamma) di una “passione” generazionale nei confronti dei dispositivi digitali e delle connessioni, che rappresenta una novità epocale. Da qui l’importanza degli interrogativi posti da questa lettera: come leggere tale passione? Quando intervenire e come? È utile che ciascun genitore interroghi questa novità come una questione enigmatica che può essere compresa in base a ciò che sa e vede del proprio figlio.

Il tempo trascorso con lo sguardo fisso allo schermo comporta uno stato di immobilità del bambino, ma non è mai un riposo; infatti, anche se quasi fermo, il piccolo vive una tensione, talvolta un’eccitazione. Il gioco digitale, l’istantaneità delle foto via chat e l’immensa offerta di video sulla Rete catturano lo sguardo e coinvolgono la mente e l’emotività del bambino, al punto da produrre una sorta di estraneazione dall’ambiente circostante. È importante poter mettere dei limiti temporali, poiché tali attività possono comportare un affaticamento del piccolo. Ad esempio, all’uso eccessivo della tecnologia può conseguire una maggior difficoltà dei bambini nelle attività più riflessive e anche nel tollerare la fisiologica frustrazione determinata dall’assenza di stimoli e contatti esterni (come quando occorre gestire i tempi vuoti e le attese). In tal senso, è possibile che la richiesta di Giovanni dello smartphone si origini innanzitutto dal vedere i fratelli maggiori e dal volerli imitare e anche dal passaggio alla scuola elementare, nuova tappa evolutiva.
La straordinaria libertà di circolazione di informazioni, video e contatti propria della Rete spesso non è accompagnata da una selezione critica e da un ordine dell’offerta. Tale compito resta all’utente. Da questo punto di vista, il fascino che lo smartphone esercita è altissimo, infatti comporta una disponibilità costante e “portatile” del collegamento a Internet. Tuttavia la connessione sempre aperta è paragonabile a una porta spalancata sul mondo: un varco nella vita dei bambini da cui possono entrare “elementi sconosciuti” (stimolanti e utili, come anche prorompenti messaggi commerciali, espressioni e immagini inadatte...) che il piccolo rischia di recepire inerme.
Da ciò deriva l’importanza di un discorso famigliare che aiuti il piccolo a dosare l’utilizzo del digitale, a selezionare e ordinare ciò che incontra nella Rete. Inoltre, proprio come la porta d’ingresso di casa, è bene che a orari regolari la connessione possa essere chiusa per tutti, così da ripristinare l’indispensabile intimità di ogni famiglia.
TRE COSE DA SAPERE
►Quando nostro figlio è connesso utilizziamo un filtro (il parental control) che limiti l’accesso a contenuti e immagini che possono disturbarlo.
►La sorveglianza è utile sia a educare al limite sia a proteggere.
►I bambini sono naturalmente inclini a emulare abitudini e atteggiamenti dei genitori e degli adulti di riferimento; dunque anche nell’utilizzo dello smartphone è importante offrire ai piccoli un buon esempio.
da www.famigliacristiana.it
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