Come gestire una figlia adolescente: Le ragazze selvagge
di Maria Teresa Veneziani
Non sono una mamma. E non ho mai capito fino in fondo perché la mia amica Angelica abbia deciso di non rispondermi al telefono quando è con sua figlia 14enne che, tra l’altro, io adoro. «Per la pace famigliare – dice lei -. Altrimenti mia figlia poi protesta, dice che sto troppo al telefono…». Ho cominciato ad afferrare meglio il concetto quando, durante un viaggio di lavoro ad Hong Kong (partenza a mezzogiorno in punto), ho incontrato Brenda Bizzi, 47enne, ceo del salone milanese White. Dodici ore di volo completamente spiaggiata a dormire, senza mai sollevare la testa. Come fai?, le ho chiesto all’arrivo, prendi pastiglie? «Macché, ne approfitto per riposare. Tu non hai idea di che cosa voglia dire avere una figlia in piena esplosione ormonale». Mi racconta di Siria, 14 anni tra poco, che è un mito quando scrive (tanto che i professori si sono raccomandati di farle fare studi classici, anche se lei, per puro spirito da bastian contrario, si è iscritta allo Scientifico. Altra madre, altra teenager: Maria Pia mi dice di quella mattina in cui si è svegliata alle 5 e ha trovato un ragazzo seminudo nel letto della figlia. «Mandalo fuori prima che lo veda tuo padre», le ha intimato lei. La replica: «Quante storie, aveva bevuto, aveva bisogno di dormire…», le ha risposto Giulia con quella semplicità spiazzante che noi adulti invidiamo ai ragazzi . Ricordando Oscar Wilde, «Per riacquistare la giovinezza basta solo ripeterne le follie».
Piccole guerriere
Le ragazze selvagge nate nel nuovo millennio sono così, guerriere e romantiche, appassionate ma più realiste che languide e sognanti. «Non sai mai chi ti si presenterà in cucina la mattina. Un giorno è tutta sorrisi e piena di complimenti, il giorno dopo è muta, accigliata e pure un po’ sprezzante. La maggior parte delle volte vuole sedersi sulle ginocchia come una bambina, ma se per caso tenti di abbracciarla tu, si ritrae e ti chiede i soldi per uscire» , si sfogava Kevin Davies su The Telegraph, aggiungendo che «avere una figlia adolescente può diventare un inferno». Il rapporto idilliaco con la figlia si trasforma improvvisamente in una partita infinita. «I 13/14 anni corrispondono al menarca, sono l’età del trapasso, quella dei conflitti» — spiega la psicologa Silvia Vegetti Finzi — . Cominciano le battaglie fatte di urla e alterchi e il bersaglio prediletto è la madre, che soffre perché fino a ieri era felice di essere l’amica del cuore della sua figliola. Le mamme vogliono sempre essere amate dai figli, fanno fatica ad accettare che l’aggressività è necessaria per staccarsi dal genitore».
Che fare? «Dovrebbero capire che non si è mai speculari alle figlie. Facciano le madri e si assumano le proprie responsabilità, anche a costo di essere detestate. Devono fare quello che credono giusto, ricordando che la figlia non si aprirà se non sentirà che può fidarsi, anche imparando a dire “mi dispiace, ho sbagliato”». Una figlia è più problematica di un figlio per una madre? «Sì, ma è anche un’opportunità – sottolinea l’esperta, che all’Età incerta ha dedicato il libro scritto con Anna Maria Battistin (Mondadori) -. Il maschio ti adora, la femmina invece ti giudica anche con ironia, ma le critiche della figlia ti servono per perfezionare le tue posizioni». In Storie della Buona Notteper bambine ribelli (Mondadori), Elena Favilli e Francesca Cavallo raccontano le favole di quelle pioniere che hanno cambiato il mondo e che mai hanno sognato il principe azzurro desiderando, semmai, andare su Marte o scoprire la metamorfosi delle farfalle, da Rita Levi Montalcini a Frida Kahlo. «La vita delle adolescenti di oggi non è più facile — assicura comunque la psicologa —. Sono più libere e indipendenti, ma massima libertà vuole anche dire conflittualità interna ed esterna. Le ragazze non sanno neppure che cosa vogliono, sono subito consapevoli che è molto difficile avere prospettive e quindi fanno molta più fatica a manifestare delle scelte. La loro strada non è più fissata come un tempo quando la famiglia e la società ti indicava il modello: il fidanzamento, il matrimonio, i figli, il lavoro. Adesso il ventaglio di opportunità si è fatto più ampio, sanno che potrebbero dedicarsi alla ricerca scientifica o viaggiare; la fantasia è molto più sollecitata ma l’orizzonte è incerto».
Nella testa dei giovani
Il risultato è che sono contraddittorie e possono andare fuori controllo. «Tendono a manipolarti o a influenzarti per ottenere quello che vogliono e se non ci riescono con te, ci provano con l’altro genitore». Colpa della mente. Gli adolescenti sono biologicamente portati a pensare e a comportarsi in modo diverso dagli adulti, possono essere impulsivi, irrazionali e pericolosi perché in loro la corteccia frontale che controlla il ragionamento non è completamente sviluppata», scrive Alia Butler citando l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry («Come gestire una figlia adolescente fuori controllo») . La 13enne Siria la spiega così: «provare tante sensazioni tutte insieme, essere felice e triste e non capire neanche io, sono una persona abbastanza particolare e difficile ma è tutto bellissimo, stare con i miei genitori, fuori con g li amici e andare a scuola. L’assurdità è che è vivi tutto al massimo, le tristezze le felicità, perché hai ancora quell’animo da bambino che vuole giocare ma hai già un aspetto da adulta, insomma sei nell’età di mezzo». Mamma Brenda si scioglie: «Iper possessive e insofferenti al tempo stesso, chiedono di essere indipendenti e poi di essere un po’ bambine. Io alla sua età avevo il fidanzatino. Siria non mi pare interessata, vede i suoi coetanei piccoli, le ragazzine sono più sveglie ed evolute. Io voglio vivere con te tutta la vita mamma, mi dice». «Ma è difficile prendere le distanze da una madre emancipata ancora giovane che sembra aver realizzato tutto - conclude la psicologa -. L’irruenza diventa l’arma necessaria per emanciparsi. E alla madre non resta che fare la madre. Ed è solo l’inizio del viaggio della vita. La situazione tra madre e figlia è fluida: si rischia sempre di essere troppo lontane o troppe vicine, la distanza viene contrattata con il bilancino, sempre».
da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 05 gennaio 2018