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Rsa Pezzani, è Tartara il nuovo presidente. Rette, niente aumenti

di Filiberto Mayda
da www.laprovinciapavese.gelocal.it
@Riproduzione Riservata del 08 maggio 2021

Voghera, le nomine nel cda. «Gli ultimi nel 2019, non si toccheranno per un bel po’. Ma la casa di riposo ha bisogno di più risorse finanziarie».-

È Fulvio Tartara, 50 anni, neurochirurgo vogherese, il nuovo presidente del consiglio d’amministrazione della casa di riposo Pezzani. Eletto con quattro voti dei cinque consiglieri, resterà in carica fino al 3 maggio 2026. Nel consiglio ci sono anche Salvatore Agnello, Ilaria Carbone, Elena Ratto e Daniela Rossi. Vicepresidente è stata nominata Elena Ratto.

Dottor Tartara, lei è un neurochirurgo che ha lavorato come dirigente medico in importanti ospedali del nord e centro Italia. Cosa l’ha spinta ad occuparsi della gestione di una residenza per anziani?

«Molto semplice: il desiderio di impegnarmi per il sociale e per la mia città, anche se sono nato a Rivanazzano...».

Lei sa che i vogheresi sono molto attenti alla loro Rsa.

«Lo so perfettamente, due degli argomenti di discussione e di critica a Voghera sono l’Asm e, appunto, la Pezzani. Ma speso di poter dare il mio contributo».

È la sua prima volta, in questo senso?

«Sì, è così. Ho sempre lavorato nel mondo della sanità, pubblica e poi privata, ma non mi sono mai occupato del sociale. Questo mio impegno per la Pezzani, che vale ricordare non è retribuito, fa parte di una sorta di volontariato, ho accettato solo per spirito di servizio. Ci credo molto».

Che idea si è fatta della Pezzani?

«Mi sono appena insediato, quindi dovrò cercare di capire al meglio la situazione, Posso però dire che, dopo aer avuto il primo colloquio con il direttore generale, che mi sembra che sia stato fatto un buon lavoro in passato. In questo momento i problemi sono sostanzialmente due. Il primo riguarda l’isolamento in cui sono stati lasciati gli anziani, per proteggerli, naturalmente. La decisione di riaprire ci vedrà subito in prima linea, secondo le indicazioni che ci arriveranno dalla Regione e dal Governo».

E il secondo problema?

«Il secondo problema è prettamente economico. Noi speriamo che la Regione sblocchi al più presto la possibilità di fare entrare nuovi ospiti: l’occupazione dei lletti garantisce poi l’erogazione dei servizi. Non solo: la Regione dovrà in qualche modo provvedere al ristoro delle mancate entrate. Per dare servizi migliori è fondamentale non solo lavorare al meglio con le risorse che ci sono, e sotto questo profilo non posso che garantire tutto il mio impegno, ma avere anche risorse in più».

C’è per caso il rischio di un aumento delle rette nei prossimi mesi?

«Direi proprio di no. Le ha già aumentate il precedente Cda nel 2019 e credo che per un po’ resteranno le stesse». —

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