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Rush finale a scuola: le ripetizioni a costo zero

di Benedetta Verrini

Dal cooperative learning alle associazioni di volontariato fino alle lezioni online: una mini-guida alle soluzioni di studio.-

A scuola maggio è il mese del rush finale: se c’è una materia traballante, un debito all’orizzonte, una “bestia nera” ancora da sconfiggere, la maturità che si avvicina, il tempo è adesso o mai più.
Certo, si poteva correre ai ripari prima, si poteva ascoltare il prof che, nel primo quadrimestre, aveva già raccomandato più continuità nello studio, ma le ultime interrogazioni restano decisive. Come fare? Sono tantissime le famiglie che in questo periodo si mettono alla ricerca della soluzione finale: ripetizioni private. Una scelta, come noto, piuttosto onerosa: secondo una ricerca della Fondazione Einaudi i costi raggiungono una media di 27 euro all’ora, e servono circa 50 ore per raggiungere la sufficienza. In Italia almeno 500mila studenti prendono lezioni private e questo, scrive la Fondazione nel suo rapporto, è “segno di un sistema scolastico incapace di allineare l’impegno degli studenti ai risultati e capace di generare oneri aggiuntivi sulle spalle degli italiani”.

Ma le ripetizioni private sono oggi solo una delle possibili strade per il recupero: esistono anche soluzioni completamente gratuite e ad alto impatto educativo, oltre che didattico. Vediamole.

La peer education
La peer education nell’ambito del recupero scolastico è stata realizzata in molte scuole secondarie italiane in tutta Italia (ci sono esperienze di successo da Milano a Treviso, da Calenzano e Pisa fino a Campobasso e Adria, nei licei come negli istituti tecnici e alberghieri) nell’ambito di un progetto più vasto del Ministero dell’Istruzione (che l’ha adottata come metodologia efficace, ad esempio, anche nell’ambito dell’educazione alla salute e della prevenzione di comportamenti a rischio). In cosa consiste? Si tratta di coinvolgere i ragazzi più brillanti (dal terzo anno in poi) e farli diventare tutor dei più giovani e in difficoltà.
Al Liceo classico Carducci di Milano questo approccio è una realtà: “Si tratta di un progetto che abbiamo chiamato Sed Etiam, e rientra in un contenitore pomeridiano che permette ai nostri studenti, per il 40% pendolari, di poter restare nei locali della scuola e dedicarsi allo studio e al recupero delle materie con i loro compagni tutor”, spiega il dirigente, Andrea Di Mario, impegnato nel realizzare l’eccellenza della scuola attraverso l’inclusione e la valorizzazione dei talenti. “Spesso i ragazzi in difficoltà hanno bisogno di recuperare anche in termini di autostima: effettuiamo un test particolare, il test Amos, che rivela le loro attitudini e li aiuta a riprendere motivazione, supportandoli nel rivedere il loro metodo di studio e l’organizzazione del lavoro”. Per contenere il tasso di debiti e sostenere gli studenti, al Carducci ogni anno circa 70 ragazzi si offrono volontari per restare qualche ora a scuola, supervisionati dai docenti, a seguire i compagni, organizzati in un calendario autogestito su Whatsapp. “E sono estremamente ligi all’impegno preso”, spiega Elisa Mascellani, docente coordinatrice del progetto. I vantaggi? “Un piccolo riconoscimento pratico: un credito formativo e un buono da spendere al bar della scuola, ma soprattutto un’esperienza unica, in cui sviluppano una relazione speciale con i compagni da aiutare, oltre a nuove skill relazionali e organizzative”.

Non Uno di Meno
A Milano, capitale del volontariato, esistono poi solide esperienze associative ormai consolidate: una di queste è Non Uno di Meno, realtà animata da docenti in pensione, insegnanti ancora in attività che dedicano ore volontarie e giovani studenti universitari che, sulla base di specifiche convenzioni, entrano nelle scuole pubbliche nelle ore pomeridiane per garantire attività di recupero. “Accogliamo tutti, anche chi ha bisogno di una corsa dell’ultima ora, ma certo non si possono fare miracoli”, avverte il presidente, Giansandro Barzaghi. “Per recuperare è necessario avere continuità: chi frequenta assiduamente le nostre ore di recupero per tutto l’anno ha un tasso di riuscita vicino al 100%. Lavoriamo per colmare le lacune ma anche per infondere autostima: uno studente su tre del primo anno di superiori non arriva al diploma, e questa a noi sembra una piaga sociale davvero inaccettabile”. Anche Non Uno di Meno coordina progetti di per education e cooperative learning, in alcuni casi anche riconosciute come esperienze di alternanza scuola/lavoro. “Si tratta di esperienze estremamente formative per tutti: per i giovani tutor, perché se sono in grado di spiegare la materia significa che l’hanno assimilata perfettamente, e per i ragazzi accompagnati, che si fidano dei coetanei e sono incentivati a fare di più e meglio, in un’alleanza paritaria all’interno della scuola”.

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 07 maggio 2018

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