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Scacco matto al degrado - A Rimini il restyling nato dal basso

di Enea Conti

Imbiancano le scuole, costruiscono orti urbani, sistemano il cimitero: sono i volontari del progetto «Civivo» che in sette anni ha contagiato la città della riviera romagnola.-

Si scrive «Civivo», si legge «Civico, Vicino, Volontario». «Civico», come il senso di appartenenza a una comunità, «vicino», sinonimo di accessibile e inclusivo, «volontario», a indicare l’ambito di riferimento, il Terzo settore. Parliamo di un progetto nato a Rimini sette anni fa grazie all’entusiasmo di alcuni semplici cittadini che avevano manifestato all’amministrazione comunale la volontà di prendersi cura di alcune aree della città lasciate all’incuria. Entusiasmo contagioso, perché al 2011, nel capoluogo romagnolo, questi volontari si contavano sulle dita di una mano mentre oggi sono più di 850 e operano nell’intero territorio comunale suddivisi in 62 gruppi. Hanno una sede, dialogano con gli altri cittadini ascoltando le loro esigenze e interagiscono con le istituzioni locali studiando le strategie per attuare le iniziative. Di cosa si occupano? Fanno di tutto. Entrano nelle scuole per intonacare le aule ingrigite da anni di scarsa manutenzione, vanno negli ospedali a strappare sorrisi ai bambini malati di cancro, ravvivano aiuole, costruiscono piccoli orti urbani. Alcuni danno manforte alla cancelleria del tribunale, che lamenta carenze di personale.

Cambia il tessuto sociale

«C’è anche chi ha risistemato un piccolo cimitero nella zona rurale e se ne prende cura, magari anche richiamando i cittadini che buttano a terra qualche rifiuto» racconta Roberta Mazza, responsabile del progetto. «L’impegno di tutti è fondamentale per avere una città migliore - continua Mazza - dove ci sono i gruppi Civivo cambia il tessuto sociale. All’interno delle scuole i genitori si ritrovano insieme per imbiancare, nascono amicizie e di convesso anche nuove proposte costruttive».

All’iniziativa hanno aderito persone di ogni età. A Viserba, frazione periferica a nord di Rimini, i giovani lamentavano, fino a qualche anno fa, l’assenza di aule studio. Così, nel 2014, sono stati loro a rimboccarsi le maniche e a ritinteggiare le stanze della vecchia sede del quartiere caduta in disuso e a rifunzionalizzare lo spazio con nuovi arredi. L’amministrazione ha collaborato disponendo le autorizzazioni necessarie alle opere di recupero e fornendo ai cittadini volontari l’attrezzatura utile per realizzare i lavori di manutenzione. Questi spazi sono diventati un punto di aggregazione per i giovani del quartiere. «E due volte a settimana aiutiamo i bambini delle scuole medie a fare i compiti», racconta Silvia, 24 anni, impegnata nell’iniziativa sin dagli albori. «È un progetto impegnativo - spiega la ragazza - siamo aperti tutti i giorni, anche la domenica. Col tempo nel gruppo ci sono state alcune defezioni, ma registriamo anche nuovi ingressi».
Nell’aula è stato ricavato anche lo spazio per una biblioteca, ed è partito così il progetto «Ci.leggo». I volontari operano a stretto contatto con l’amministrazione comunale. «A volte svolgono anche il ruolo di “sentinelle” segnalandoci le criticità», dice Mattia Morolli, assessore alle Politiche educative e ai rapporti con il territorio del Comune romagnolo: «Accorciano le distanze tra istituzione e cittadino. Dopo l’ultima ondata di maltempo, ad esempio, ci hanno segnalato le buche stradali più pericolose rendendo più veloce la manutenzione, a fronte delle migliaia di segnalazioni che arrivavano anche sul telefono via WhatsApp». Un progetto, per funzionare, deve incrociare anche nuove sfide. «Stiamo concentrando i nostri sforzi per includere anche i migranti - spiega ancora Roberta Mazza - è successo durante alcune iniziative, puntiamo a favorire l’integrazione. Stiamo inoltre sviluppando un gruppo Civivo digitale.
da www.corriere.it/buonenotizie
@Riproduzione Riservata del 10 aprile 2018

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