Scuola. Il «grazie» dei vescovi agli insegnanti di religione
A 25 anni dalla Nota pastorale sull’Irc, i pastori della Chiesa italiana fanno sentire la vicinanza e l’incoraggiamento ai docenti di questa materia scelta dall’87,9% degli studenti.-
Incoraggiamento, riconoscimento dell’impegno profuso e dell’importanza del loro operare, invito a un maggior coinvolgimento nella vita ecclesiale. Sono alcuni dei fili rossi presenti nella Lettera agli insegnanti di religione cattolica che la Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, ha voluto inviare loro in occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico e, anche, dell’entrata a pieno regime dell’Intesa Cei-Miur firmata nel 2012, che «porta a compimento un processo pluridecennale della Chiesa, voluto per assicurare un livello di eccellenza alla formazione degli insegnanti stessi».
E di cambiamenti sia nell’insegnamento della religione cattolica nella scuola sia nello stesso status dei docenti che la insegnano, sono stati molti e sostanziali da quando l’insegnamento della religione cattolica nella scuola statale è diventata opzionale. Passaggio tutt’altro che tranquillo, ma che la percentuale dell’87,9% di studenti che la scelgono per il proprio percorso di formazione, permette ora di classificare come una sfida vinta. Merito anche degli stessi docenti che hanno permesso alla materia di acquisire «il carattere insieme scolastico e confessionale».
Un segno di apprezzamento verso l’Irc che ha «contribuito a restituire legittimità alla presenza della religione nello spazio pubblico e nel pubblico dibattito in una società democratica matura», ma anche sempre più secolarizzata. Ecco allora la necessità di «uno sguardo aggiornato». La Lettera dei vescovi italiani nella sua prima parte affronta il ruolo dei docenti e il contributo che hanno dato in questi ultimi trent’anni proprio per raggiungere questi obiettivi. La seconda parte, invece, prende in esame il ruolo dei vescovi. «Avvertiamo la responsabilità di continuare ad assicurare il sostegno istituzionale teso a rafforzare la vostra presenza nella scuola – si legge nel testo – rinnovando l’invito a tenere viva la passione educativa e ad accrescere la qualità scolastica e professionale».
Tutto questo perché vi è la consapevolezza che «voi insegnanti siete punti di riferimento per studenti e colleghi », proprio per la «vostra identità definita». La terza parte affronta il tema del rapporto tra i docenti di religione e le comunità ecclesiali a tutti i livelli: diocesano e parrocchiale. L’invito dei vescovi è chiaro: «è di massima importanza che ciascuno di voi pervenga ad una collaborazione nella vita della comunità ecclesiale», anche perché «il vostro è un servizio eccelso e ineguagliabile valore al futuro dell’umano e della fede dei ragazzi che vi sono affidati». Anche per questo motivo, scrivono i vescovi, «non pensate mai che il vostro lavoro sia inutile o sprecato, nemmeno nei momenti di maggior fatica o delusione».
da www.avvenire.it
@Riproduzione Riservata del 27 agosto 2017