logo sito cav

CAV - Centro di Accoglienza alla Vita Vogherese ODV

Via Mentana n. 43
27058 Voghera (PV)
Tel: 349 4026282
email: cavvoghera@virgilio.it
Visualizzazioni:
42

Scuola-lavoro, per i liceali

di Luciano Fontana

Caro direttore,
approfitto di questa lettera per condividere le mie perplessità su una delle ultime grandi, per così dire, riforme proposte dalla nostra politica: l’alternanza scuolalavoro per gli studenti del triennio superiore. Io sono uno studente del quarto anno di un liceo classico europeo e alla settimana ho un carico di ore di lezione pari a 41. Ora, già così, risulta difficile per me e gli altri studenti del mio stesso percorso di studi ritagliarsi del tempo, fuori scuola, per coltivare i propri interessi (sport, musica, politica, scoutismo, volontariato, amici) e l’alternanza non è altro che la ciliegina sulla torta. Non solo sottrae ai ragazzi tempo prezioso da dedicare alle loro passioni, ma è anche, nella maggior parte dei casi, poco formativa e male organizzata. In altre parole, inutile. Personalmente, credo che gli studenti, salvo magari quelli degli istituti tecnici (dove può essere produttiva questa possibilità), non abbiano bisogno di un progetto che li «indirizzi meglio» nel mondo del lavoro. Infatti, essi sono capaci di informarsi, scoprire, entrare in contatto con questa realtà autonomamente.
Ferruccio

Caro Ferruccio,
Devo dire onestamente che non sono d’accordo. L’alternanza scuola-lavoro può essere una buona occasione di formazione e crescita; non tanto per «indirizzare meglio» gli studenti ma per farli vivere per un periodo in un ambiente di lavoro, conoscerne i problemi, capire cosa dovranno affrontare al termine della scuola. Penso che scuole e aziende dovrebbero organizzare l’alternanza nel modo migliore possibile, cosa che di frequente non accade. Questa, secondo me, è l’unica ragione che la fa considerare inutile se non addirittura dannosa da parte di tanti studenti.
Al Corriere della Sera siamo al secondo anno di questa esperienza. Ogni settimana i ragazzi dei licei e di altri istituti superiori partecipano a corsi con i nostri giornalisti, seguono le riunioni di redazione, preparano i n parallelo il loro giornale, apprendono come sia cambiato il lavoro redazionale con l’arrivo dell’informazione digitale. Alla fine mi sembra che tutti siano rimasti soddisfatti e arricchiti. Anche se nella loro vita non vorranno mai fare i giornalisti.

da www.corriere.it
@Riproduzione Riservata del 07 maggio 2018

Top