Udienza. Il Papa: nel futuro del mondo e nelle speranze della Chiesa ci sono i piccoli
di Redazione Internet
da www.avvenire.it
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E' la preghiera di lode al centro della catechesi. Francesco sottolinea l'importanza di lodare Dio anche nei momenti bui della nostra vita, perché il Signore è l'Amico fedele che non ci abbandona mai.-
“Nella vita ci sono sempre momenti bui, di notte spirituale”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla preghiera di lode e trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico.
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“Dopo i primi miracoli e il coinvolgimento dei discepoli nell'annuncio del Regno di Dio, la missione del Messia attraversa una crisi”, ha fatto notare Francesco: “Gesù sta passando questo momento: c’è ostilità nei villaggi sul lago, dove Gesù aveva compiuto tanti segni prodigiosi”. “In piena crisi, Gesù benedice il Padre, lo loda”, ha sottolineato Francesco: “Perché? Anzitutto lo loda per quello che è: ‘Padre, Signore del cielo e della terra’. Gesù gioisce nel suo spirito perché sa e sente che suo Padre è il Dio dell’universo, e viceversa il Signore di tutto ciò che esiste è Padre, ‘Padre mio’. Da questa esperienza di sentirsi ‘figlio dell’Altissimo’ scaturisce la lode. Gesù si sente figlio dell’Altissimo”.
Lodare è come respirare ossigeno puro nei momenti bui
“In quel momento di apparente fallimento, dove è tutto buio, Gesù prega lodando il Padre. E la sua preghiera conduce anche noi, lettori del Vangelo, a giudicare in maniera diversa le nostre sconfitte personali, le situazioni in cui non vediamo chiara la presenza e l’azione di Dio, quando sembra che il male prevalga e non ci sia modo di arrestarlo”. Lo ha detto il Papa all’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico. “In quei momenti Gesù, che pure ha tanto raccomandato la preghiera di domanda, proprio in quel momento in cui avrebbe avuto motivo di chiedere spiegazioni al Padre, invece si mette a lodarlo”, ha fatto notare Francesco, che si è chiesto: “A chi serve la lode? A noi o a Dio?”.
“La preghiera di lode serve a noi”, la risposta, e “paradossalmente deve essere praticata non solo quando la vita ci ricolma di felicità, ma soprattutto nei momenti difficili, momenti bui, quando il cammino si inerpica in salita. È anche quello il tempo della lode”. “Come Gesù, che nel momento buio loda il Padre”, ha proseguito a braccio: “Perché impariamo che attraverso quella salita, quel sentiero difficile, quel sentiero faticoso, quei passaggi impegnativi si arriva a vedere un panorama nuovo, un orizzonte più aperto. Lodare è come respirare ossigeno puro, ti purifica l’anima, ti fa guardare lontano, non rimanere imprigionato nel momento difficile, nel momento buio delle difficoltà”.
“Nel futuro del mondo e nelle speranze della Chiesa ci sono i piccoli: coloro che non si reputano migliori degli altri, che sono consapevoli dei propri limiti e dei propri peccati, che non vogliono dominare sugli altri, che, in Dio Padre, si riconoscono tutti fratelli”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dedicata alla preghiera di lode. “Gesù loda il Padre perché predilige i piccoli”, ha osservato Francesco: “È quello che Lui stesso sperimenta, predicando nei villaggi: i dotti e i sapienti rimangono sospettosi e chiusi, fanno dei calcoli, mentre i piccoli si aprono e accolgono il messaggio. Questo non può che essere volontà del Padre, e Gesù se ne rallegra”. “Anche noi dobbiamo gioire e lodare Dio perché le persone umili e semplici accolgono il Vangelo”, l’invito del Papa, che poi ha proseguito a braccio: “Quanto vedo questa gente semplice, umile che va in pellegrinaggio, che va a pregare, che canta, che loda, gente alla quale forse mancano tante cose ma l’umiltà li porta a lodare Dio”.