Varzi: Ecco i maggiordomi rurali: «Al servizio della gente»
di Paolo Fizzarotti
Sono in due, raccolgono le chiamate in Val Staffora di persone anziane e disabili e svolgono per loro commissioni e incombenze. Dalla spesa, al medicinale da consegnare: «Sistemata anche una legnaia».-
Varzi, ecco i "maggiordomi rurali"La cooperativa la Sveglia ha avviato in Valle Staffora e Valle Versa il servizio dei "maggiordomi rurali": con 3 euro a chiamata sbrigano incombenze e commissioni per chi - soprattutto anziani e disabili - sia impossibilitato a farlo di persona. Sono per ora attivi in 19 Comuni
«Siamo i maggiordomi rurali. Voi ci chiamate, noi risolviamo i problemi: soprattutto se abitate in cima a un monte». La formula è facile: e come spesso accade con le cose semplici, il successo è stato immediato. In pochi giorni di attività i «maggiordomi rurali» della Valle Staffora e della Valle Versa hanno fatto il pieno di clienti: spesso persone anziane, malate o disabili, che senza il loro aiuto non saprebbero come sbrigare le più banali incombenze della vita quotidiana, come pagare la bolletta del gas, ritirare la ricetta del medico o comprare il latte. Cristian Rossotti, 37 anni, abita a Bagnaria; il suo collega Roberto Antoniazzi, 40 anni, vive a Varzi: nel giro di una settimana sono diventati gli angeli custodi delle vallate.
«Sbrighiamo per conto dei nostri clienti piccole commissioni di tutti i generi in vari negozi e uffici - spiega Cristian Rossotti - Ma non sempre sono piccole. L’altro giorno, per esempio, mi sono ritrovato a Santa Margherita Staffora a sistemare una legnaia per l’inverno: il padrone di casa, un signore di ottant’anni, non ce la faceva da solo. Per fortuna di solito mi toccano interventi meno faticosi, come andare a prendere i bambini a scuola o ritirare le raccomandate».
Le coordinatrici del progetto sono Valeria Colombi e Chiara Caglioni, della Coop La Sveglia di Varzi. «I territori montani - spiega Valeria Colombi - si spopolano per vari motivi. Uno di questi è sicuramente la difficoltà per la popolazione di raggiungere una serie di servizi basilari ma anche essenziali: un ufficio postale, una scuola, una banca, un supermercato. Questo problema naturalmente si acuisce nel caso di persone anziane, malate o portatrici di handicap: ma hanno problemi anche le famiglie con figli piccoli e i genitori che lavorano lontano da casa. La nostra Coop ha elaborato un progetto di welfare della zona. In accordo con i Comuni, la Fondazione Cariplo e la Fondazione Oltrepo Biodiverso, che conoscono le esigenze del territorio, abbiamo identificato i servizi che potevano essere più utili o addirittura necessari per la cittadinanza. Il primo è quello dei “maggiordomi rurali”. Poi arriveranno il doposcuola in tutti i 19 Comuni, l’assistenza domiciliare, i servizi di baby sitter e altro». I servizi si pagano solo 3 euro a chiamata.
«A quanto sembra facciamo un lavoro molto utile e apprezzato, anche se non abbiamo praticamente il tempo di fermarci a ragionarci su - racconta Cristian Rossotti - Prenotare i nostri servizi è facilissimo. Nei giorni precedenti si chiama il numero verde e si fa la richiesta. Noi la mattina alle 8 andiamo in ufficio a Varzi e riceviamo il planning e cioè un foglio in cui è scritto, ora per ora, dove dobbiamo andare e cosa dobbiamo fare. Siamo in due, con due furgoni, per coprire la zona il più possibile. Ma il lavoro è tanto, credo che la Coop assumerà altre persone». C’è anche un aspetto psicologico: gli anziani chiamano per mandare qualcuno a ritirare un esame ospedaliero: poi finiscono con raccontare all’operatrice la loro giornata o i pettegolezzi di paese. Come fate a incastrare tutto? «Questione di organizzazione. Le commissioni vengono raggruppate per zona e tipologia, anche in base alla natura del servizio: al mattino per esempio giriamo per uffici comunali, postali, laboratori di analisi e simili. Al pomeriggio studi medici, negozi e altro».
«Il rapporto di fiducia con la gente è alla base di tutto. All’inizio c’è un po’ di circospezione, non proprio diffidenza. Poi una volta rotto il ghiaccio va tutto a gonfie vele. Il rapporto umano è fondamentale, come la flessibilità e la voglia di mettersi in gioco. Il dialetto aiuta molto: gli anziani lo usano per stabilire un rapporto di fiducia. Andiamo a fare la spesa al supermercato e gliela portiamo a casa. Gli compriamo il giornale. Ci occupiamo degli esami all’Asl, impegnative ospedaliere, raccomandate, bollette. Ritiriamo le medicine. Andiamo a prendere i bambini a scuola quando le mamme sono malate o hanno un contrattempo. Facciamo tutto. Questo lavoro mi piace, mi diverto tantissimo».
da www.laprovinciapavese.gelocal.it
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